Russia tra Belt and Road e Eurasian Economic Union
La Russia è stato finora un attore abbastanza 'defilato' nell'ambito del progetto Belt and Road. Di questo progetto infatti comincia a parlarsi solo da poco nel paese. Eppure la Russia è stata indicata dal governo cinese fin dall'inizio come uno dei paesi che fanno parte del progetto, peraltro insieme ad un buon numero di paesi che facevano parte dell'Unione Sovietica.
Ed è naturale che sia così: la strategia cinese di espansione verso 'ovest' e di potenziamento dei collegamenti tra Europa e Asia non può che passare attraverso l'utilizzo di suolo (e risorse) anche russe.
La Russia è legata da un rapporto complesso con la Cina che va dalla partecipazione alla Shanghai Cooperation Organization, organizzazione che si prefigge obiettivi di coordinamento in ambito militare e di lotta al terrorismo, al forte contributo dato al fabbisogno di gas della Cina (nel 2014 i due paesi firmarono accordi per 400 miliardi di forniture, poi ridotte) e infine alla condivisione di un lungo confine di circa 4,200 chilometri.
Non è questo il luogo per analizzare i rapporti tra i due paesi, tema che richiederebbe un libro probabilmente (e su cui infatti sono stati scritti vari testi), ma va detto che la presenza di Vladimir Putin al Belt and Road Forum di Pechino di metà maggio, con una folta delegazione, ha dimostrato senz'altro un interesse per l'iniziativa. All'interno del paese coesistono però voci contrastanti. Alcuni vedono il valore della partecipazione russa all'iniziativa, notando peraltro che senza partecipazione russa il progetto sarà impossibile - dando quindi alla Russia un vantaggio negoziale non da poco - ed apprezzano il potenziale di sviluppo economico per la Russia e anche per le economie ex sovietiche dell'Asia centrale, derivante dagli investimenti previsti.
Dall'altro lato, alcuni esperti e commentatori ritengono che in realtà solo una parte degli investimenti previsti potrà essere realizzata e che questi non porteranno benefici immediati al paese.
Va poi ricordato che la Russia si è anche fatta promotrice di un altro progetto, non ambizioso come Belt and Road, ma molto concreto: la Eurasian Economic Union che ambisce a creare una specie di Unione Europea (spogliata degli aspetti politici e di unione monetaria) attraverso un'unione doganale con altri paesi ex sovietici che contempla però anche la libertà di movimento di persone, servizi e a medio termine di capitali all'interno dell'area. I rapporti tra Belt and Road e la Eurasian Economic Union sono stati discussi nell'articolo “Tra Europa e Asia tre modelli possibili di integrazione” pubblicato su Agi.it lo scorso 8 agosto.
E' convinzione di Easternational invece che la Russia è e continuerà ad essere uno dei paesi principali su cui gli effetti della Belt and Road Initiative si faranno sentire e che questi effetti, a partire da quelli sulle infrastrutture, possono creare anche opportunità per chi investe e commercia con il paese.
Inauguriamo quindi con questa prima serie di articoli una sezione sul nostro sito dedicata alla Russia ed all'Unione Economica Euroasiatica da essa promossa. Ringraziamo per questi primi contributi in particolare il Dott. Pierpaolo Celeste, direttore ICE Mosca.